Benati dipinge di fatto il diaframma della realtà come fosse lo schermo di proiezione dei suoi fantasmi interiori, che scaturiscono nell’ombra della mente per folgorarsi di luce, tinteggiarsi di aloni, passaggi di ectoplasmi fissati sulla pellicola di una carta sensibile ai colori più impercettibili e impensabili

Marco Tonelli